C’era una “zarina” a Palermo. Una delle figure più potenti e insospettabili della città: la presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale, un passato da icona dell’Antimafia. Capace però di organizzare una rete di avvocati, commercialisti e contabili con l’obiettivo di svuotare le aziende sequestrate alla criminalità, farle fallire e incassare per anni ricchi stipendi. E poi c’era il figlio di un imprenditore, proprietario di un’azienda vinicola pluripremiata nel mondo. Viene accusato di essere un mafioso, amico di boss del calibro di Bernardo Provenzano, Madonia e Lo Piccolo. Ci vorranno anni per svelare il complotto ordito ai suoi danni, come a quelli di molti altri imprenditori siciliani accusati ingiustamente di mafia per spolparne i beni. Ora il vaso di Pandora del più grande scandalo dell’Antimafia siciliana è stato scoperchiato, grazie a qualche giornalista scomodo. Ma la battaglia non è vinta. Il finale sconcertante di questo libro, che di romanzesco ha solo lo stile narrativo perché i fatti sono tutti veri, ve lo racconterà: lasciandovi la sensazione amara di una società, quella siciliana, che sembra non riuscire ancora a imparare dai suoi errori.

 

                                                                                               

 

     LUCIO LUCA         

 

Nato a Ragusa nel 1967. Da oltre trent’anni lavora a «la Repubblica» dove si è occupato di cronaca nera, giudiziaria, politica estera, sport e cultura. Ha pubblicato saggi e romanzi. Con L’altro giorno ho fatto quarant’anni (Laurana editore) ha vinto il Premio Articolo 21 per la libertà di informazione e il premio Mario e Giuseppe Francese. Per l’editore Zolfo ha pubblicato Quattro centesimi a riga dal quale è tratto lo spettacolo Volevo solo fare il giornalista. È autore del documentario Separati in casa sulla nuova voglia di indipendentismo in Europa.

Ed. Compagnia editoriale Aliberti

 

 

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