Giuseppe Pignatone e Michele Prestipino ci svelano le caratteristiche e le trasformazioni delle organizzazioni mafiose di cui si sono occupati nella loro lunghissima esperienza da Palermo a Reggio Calabria, fino alle più recenti inchieste che hanno coinvolto la capitale. Il libro analizza il dna della mafia siciliana e di quella calabrese: la struttura organizzativa su cui entrambe si fondano, la ‘famiglia’ in cui si entra mediante cerimonie solenni e, infine, il sistema di relazioni che le collegano a soggetti esterni (imprenditori e manager, esponenti politici, uomini della burocrazia, liberi professionisti). Un’ampia parte – aggiornatissima alle ultime decisioni dei giudici romani – è dedicata alla presenza della mafia nel Lazio e nella capitale. Dalle vicende romane si prende spunto per affrontare un aspetto oggi centrale nelle pratiche mafiose: l’utilizzo sistematico dei metodi corruttivi e collusivi, senza mai dimenticare che mafia e corruzione sono due cose diverse. Infine gli autori prendono in esame gli scenari più recenti e di frontiera della criminalità economica, particolarmente preoccupanti perché l’espansione delle mafie e la penetrazione dei capitali illeciti nell’economia legale mettono in pericolo le basi stesse della vita democratica.

GIUSEPPE PIGNATONE

Giuseppe Pignatone, in magistratura dal 1974, è stato procuratore della Repubblica di Roma fino all’8 maggio 2019, dopo una lunga esperienza alla Procura di Palermo e poi, dal 2008 al 2012, a capo della Procura di Reggio Calabria. Ha coordinato, con i colleghi Michele Prestipino e Marzia Sabella, le indagini culminate nella cattura del superboss Bernardo Provenzano. È stato il responsabile dell’inchiesta sulle ‘talpe’ alla Direzione distrettuale antimafia e ha messo sotto indagine il presidente della Regione Sicilia, Totò Cuffaro.

MICHELE PRESTIPINO

Michele Prestipino, in magistratura dal 1984, è procuratore aggiunto di Roma, dopo aver fatto parte della Direzione distrettuale antimafia di Palermo ed essere stato procuratore aggiunto presso la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Dal 1998 ha indagato sulle diverse articolazioni del sistema Provenzano, da quelle economico-finanziarie a quelle operative e militari, fino all’arresto del capo di Cosa Nostra.