Cosa è successo alla scuola? Come pos­siamo risollevare le sorti dell’istituzione più importante per il futuro del Paese dopo una fase difficile come quella che sta af­frontando? Dovremmo partire dagli insegnati motivati e capaci che la sorreggono nonostante i molti ostacoli e dal serbatoio di vitalità degli studenti. E poi naturalmen­te occorre ridare all’istruzione le risorse e la centralità che merita.

La scuola può fare la differenza, soprattut­to in momenti di crisi. Dacia Maraini ne è convinta e lo testimonia con il suo impegno in difesa dell’insegnamento come negli in­terventi scritti nel tempo e in alcuni intensi racconti raccolti in questo libro: L’esame, Il bambino vestito di scuro e Berah di Ki­bawa. Da sempre l’autrice si dedica al dia­logo con gli studenti e con i loro docenti approfondendo modelli di apprendimento e impugnando questioni di diritti e di rifor­ma e in queste pagine racconta una scuola come dovrebbe e potrebbe essere, filtra­ta dagli occhi di scrittrice, di intellettuale civilmente impegnata e anche di docente.

Storie, idee, battaglie e ricordi di una vita intera, dalle lezioni al Liceo di Palermo all’insegnamento nel carcere di Rebibbia. Un viaggio tra i banchi, anche attraverso la forza dell’immaginazione, da cui emerge l’urgenza di garantire ai nostri ragazzi un’i­struzione migliore per ridare all’Italia una concreta speranza nell’avvenire.

Dacia Maraini

Editorialista del «Corriere della Sera», è autrice di romanzi, racconti, opere teatrali, poesie e saggi, tradotti in oltre venti Paesi. Nel 1990 ha vinto il Premio Campiello con La lunga vita di Marianna Ucrìa e nel 1999 il Premio Strega con Buio. Il suo ultimo ro­manzo è Trio (Rizzoli, 2020).

Ed. Solferino

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