Il libro racconta – attraverso gli interventi sulla stampa quotidiana pubblicati dall’Autore dal 2011 al 2021 – un decennio durante il quale nella politica italiana è successo di tutto ma non è cambiato nulla. Nuovi leader e partiti sono comparsi sulla scena pubblica, altri sono spariti, ma i problemi di fondo del sistema politico nazionale sono rimasti gli stessi di sempre.
Il volume descrive e analizza questi problemi: governi deboli, frammentazione partitica, trasformismo parlamentare, elettori sfiduciati e disillusi, burocrazie autoreferenziali, mancanza di equilibrio tra i poteri dello Stato, ipertrofia normativa, conflitti di competenza tra centro e periferia, squilibri territoriali tra Nord e Sud, magistratura politicizzata, conflitti di interesse ai diversi livelli istituzionali, crescita abnorme del debito pubblico, ricorso periodico a logiche emergenziali e stati d’eccezione, corruzione diffusa nell’amministrazione pubblica, subordinazione della politica alla sfera tecnica, prevalenza della politica spettacolo, della propaganda e della retorica populista su qualunque progetto o strategia di lungo periodo… Ma cerca anche di spiegarne le cause e di prospettare possibili soluzioni, pur nella consapevolezza che quello dell’Italia è un caso ormai disperante.
Un decennio, quello oggetto della raccolta, che è stato segnato da grandi cambiamenti anche su scala globale: nei rapporti internazionali e nella cultura materiale, nella mentalità diffusa e nella scala dei valori, nella dimensione culturale e nella sfera economico-tecnologica. Di tutto ciò si trova ampia traccia negli articoli pubblicati: una cronaca dal vivo, a partire dalla contingenza e dal giorno per giorno, di fenomeni e tendenze, di episodi e personaggi, di eventi e processi, di posizioni e parole d’ordine che in molti casi già sono entrati nella dimensione della Storia e nella nostra memoria collettiva.
Decennale – titolo che suona come un esplicito richiamo-omaggio a Machiavelli – è dunque un esercizio di critica politica e culturale, una sorta di diario in pubblico, un libro che raccoglie opinioni, analisi, interpretazioni e giudizi espressi dall’Autore con grande libertà intellettuale, spesso in modo caustico e diretto, ma senza moralismi, false pretese di verità o pregiudizi ideologici. Infine, è la testimonianza di un modo di intervenire nel dibattito pubblico e nella battaglia delle idee – non solo per affermare una posizione, ma con il desiderio di spiegare, ragionare, confrontarsi e discutere – probabilmente destinato a divenire sempre più residuale se non a scomparire del tutto.

Alessandro Campi

professore ordinario di Scienza politica nell’Università di Perugia. Dal 2010 dirige il trimestrale «Rivista di Politica». Editorialista dei quotidiani «Il Messaggero» e «Il Mattino», è anche commentatore televisivo e radiofonico. Ha pubblicato numerosi volumi, tra i quali: Mussolini (Il Mulino, Bologna 2001); Nazione (Il Mulino, Bologna 2004); L’ombra lunga di Napoleone (Marsilio, Venezia 2007), La destra in cammino (Rubbettino, Soveria Mannelli 2008), La politica come passione e come scienza. Saggi su Raymond Aron (Rubbettino, Soveria Mannelli 2017).

Ed. Aguaplano

 

 

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