Una vita contro la mafia, intrappolata nella ragnatela di una spy story molto italiana.

Renato Cortese, il superpoliziotto che arrestò Bernardo Provenzano dopo 43 anni di latitan­za, è finito suo malgrado al centro dell’intrigo internazionale che ruota intorno alla figura dell’oligarca kazako Mukhtar Ablyazov. Un ri­cercato da catturare, fuggito all’estero con una borsa piena di miliardi di euro o un sedicen­te oppositore che manovra per deporre il re­gime nell’ex Repubblica sovietica? O, come è più probabile, entrambe le cose. Nel gorgo di una bufera politica, nella tempesta di una cam­pagna mediatica, in una giostra di paradossi diplomatico-giudiziari, la vicenda kafkiana che ha sconvolto la vita dell’investigatore più famo­so d’Italia. Fermato da un’accusa infamante a un passo dal raccogliere i frutti di una carriera in prima linea.

Enrico Bellavia

giornalista, ha lavorato a Palermo e a Roma. È caporedattore de «L’Espresso». Ha pubblica­to Falcone Borsellino. Mistero di Stato, Edizioni della Battaglia, 2002; Voglia di mafia, con Sal­vo Palazzolo, Carocci, 2004; Iddu, con Silvana Mazzocchi, Baldini Castoldi Dalai, 2007; Il cap­pio, con Maurizio De Lucia, Bur, 2009; Un uomo d’onore, Bur, 2010; Soldi sporchi, con Pietro Grasso, Dalai Editore, 2011; Sbirri e padreterni, Laterza, 2016. Il suo ultimo romanzo è Negazio­ne, Laurana Editore, 2021.

 

 

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