La guerra è finita, fra i reduci serpeggia lo scontento, fra la popolazione l’incertezza; gli imprenditori temono che possa accadere «come in Russia», come vogliono fare alcuni socialisti. Dal Psi, s’è però staccato un uomo che pare capace di accontentare tutti: Benito Mussolini. La sua ascesa è irresistibile. Dopo aver creato a San Sepolcro i Fasci italiani di combattimento, fonda il Partito Nazionale Fascista. A Mussolini, il re consegna le sorti del Paese alla fine di una marcia su Roma che sancisce quel che è già in atto. Con il Discorso del bivacco, il duce del fascismo rivendica la presa di un potere che da lì a poco smantellerà ogni opposizione, a cominciare da quella di Giacomo Matteotti, il leader socialista che in Parlamento aveva denunciato le violenze delle camicie nere. Matteotti verrà ucciso prima delle nuove rivelazioni annunciate: corruzioni che avrebbero pesantemente coinvolto il fascismo e la stessa Corona. Mussolini va in Parlamento. Fa un discorso che sfida la Storia, con spavalderia. È la nascita di una dittatura.

Pino Casamassima

giornalista professionista, scrittore e autore teatrale. È stato caposervizio, opinionista, direttore, oltre a collaborare anche con testate straniere. Ha pubblicato una quarantina di libri, diversi dei quali sul mondo delle corse, e alcuni di essi sono stati tradotti all’estero, Cina compresa. Consulente di Rcs Libri, ha collaborato con Rai Storia ed è stato tra gli autori di La Storia siamo noi. Come autore teatrale fra cui spicca anche Tazio, una narrazione tratta da questo libro ha scritto una ventina di testi e diretto alcuni teatri comunali.

Ed. Baldini+Castoldi

 

 

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