L’Italia è sempre stata meta prediletta del turismo internazionale. Poi è arrivata Airbnb. E ha cambiato tutto. La nazione dove 8 cittadini su 10 vivono in una casa di proprietà e dove 4 giovani su 10 non hanno lavoro, ha fiutato l’affare. Cosí chi ha ereditato l’appartamento ma non il posto fisso ha cominciato a ricavare dalle quattro mura il proprio sostentamento. Oppure ha trovato spazio nel vasto indotto dell’ospitalità. Quest’attivismo si scontra con una militanza di segno opposto. I comitati anti-movida, gli urbanisti preoccupati dallo snaturamento delle città d’arte e la disneyficazione dei nostri borghi. A cui si aggiungono le accuse ad Airbnb (come ad altre potenti piattaforme) di elusione fiscale e di concorrenza sleale agli albergatori; e la guerra è servita. Entrambe le fazioni hanno le loro ragioni. L’unica maniera sensata di uscire dal conflitto è governare il fenomeno. Come hanno fatto in varie città europee. E non solo.

RICCARDO STAGLIANO’

E’ nato a Viareggio nel 1968 ed è inviato de «la Repubblica». Ha iniziato la sua carriera come corrispondente da New York per il mensile «Reset», ha poi lavorato al «Corriere della Sera» e oggi scrive inchieste e reportage per il «Venerdì». Per dieci anni ha insegnato Nuovi media alla Terza Università di Roma. Per Einaudi ha pubblicato Al posto tuo. Così web e robot ci stanno rubando il lavoro (2016) e Lavoretti. Cosí la sharing economy ci rende tutti piú poveri (2018) e L’affittacamere del mondo. Airbnb è la nostra salvezza o la rovina delle città? (2020).

Ed. Einaudi

 

 

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