Nel libro “Gaza. Odio e amore per Israele “ (Feltrinelli, 2024), Gad Lerner affronta uno dei temi più complessi e controversi del nostro tempo con lo sguardo lucido e personale che da sempre contraddistingue il suo giornalismo. Un viaggio politico ed emotivo dentro la ferita aperta del conflitto israelo-palestinese, raccontato con l’urgenza di chi conosce da vicino la storia e le sue contraddizioni, ma non rinuncia a interrogarsi sul futuro.
Lerner compone un racconto in bilico tra memoria e cronaca, tra il coinvolgimento identitario e la tensione etica di chi non vuole cedere a narrazioni semplicistiche. Gaza è il nome di una tragedia che si rinnova ogni giorno, ma anche il simbolo di una frattura che attraversa popoli, generazioni, appartenenze. In queste pagine, l’autore ripercorre eventi recenti e passati, esperienze personali e analisi politiche, portando alla luce l’ambivalenza profonda di un legame – quello con Israele – fatto insieme di attaccamento e disillusione, solidarietà e critica.
Il libro non si limita a raccontare un conflitto armato, ma indaga le radici culturali e storiche dell’odio, i sentimenti collettivi che lo alimentano, le responsabilità diffuse che lo perpetuano. Ne emerge una riflessione dura e necessaria sul senso di appartenenza, sul ruolo della memoria e sulla possibilità – o impossibilità – di riconciliazione.
Con uno stile sobrio, mai gridato, Lerner mette in discussione ogni certezza, a partire dalle proprie. E proprio in questo risiede la forza del libro: Gaza è una testimonianza intellettuale e civile che chiama in causa tutti noi, perché ci costringe a guardare dentro le contraddizioni del nostro tempo e a non voltare lo sguardo.
Un’opera scomoda e preziosa, che si inserisce con coraggio nel dibattito pubblico, restituendo complessità e umanità a una delle questioni più laceranti della geopolitica contemporanea. Un libro che incarna pienamente lo spirito del Premio Estense, dove il giornalismo si fa racconto, pensiero critico, impegno.