Fino a che punto si deve osare per diventare veri scrittori? Come prendere all’amo il lettore facendo letteratura e non marketing? Che cosa vuol dire fare letteratura? E ancora, esistono regole, e quali, per scrivere un romanzo di genere?
La letteratura come una delle arti equestri è una raccolta di elzeviri di Hans Tuzzi, comparsi sull’inserto «Agorà» di «Avvenire» per ribadire che le storie scritte male si assomigliano tutte, e quelle scritte bene lo sono ognuna a modo suo. Con eleganza di stile abbinata a una conoscenza letteraria fuori dal comune, Tuzzi individua gli aspetti fondamentali per definire ciò che è letteratura e ciò che non lo è, e offre al lettore sensibile – ma anche allo scrittore attento – una bussola per orientarsi nel sempre più complesso mondo dei libri.

 

 

 

 

HANS TUZZI

Hans Tuzzi (Milano, 1952) è autore di saggi su bibliofilia e collezionismo, di saggi sul romanzo come genere letterario, dei romanzi Vanagloria, Nessuno rivede Itaca, Curiosissimi fatti di cronaca criminale e Colui che è nell’ombra (editi da Bollati Boringhieri), e di due serie che hanno a protagonisti una il funzionario di polizia Norberto Melis, l’altra un Neron Vukcic non ancora diventato il Nero Wolfe di Rex Stout. In tutti i suoi romanzi, secondo Corrado Augias, “Tuzzi è un maestro che sottintende il declino di una civiltà.” Collabora a Paragone, a Avvenire e, occasionalmente, a Sole24Ore e Corriere della Sera.

 

 

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